Gli
esseri umani sono guidati da poche fondamentali passioni. Si dice che a muovere
le azioni di uomini e donne sia la triade sesso, soldi e potere. Qualcuno ci
aggiunge anche la pazzia. I non-morti non sono diversi: sono schiavi di quelle
stesse passioni che avevano da vivi e per soddisfarle non si fermerebbero
dinanzi a nulla
#43
VAMPIRO CONTRO VAMPIRO
1.
Frank
Drake non può credere ai suoi occhi: Rachel Van Helsing, la donna che ha amato
più di ogni altra, è ancora viva, o meglio non-morta, e sta per ucciderlo.
Con
gli occhi della mente la rivede com’era l’ultima volta che l’ha vista… inguainata in uno splendido e scollato abito da sera color rosso fuoco, bellissima anche se
barcollante per le ferite ricevute.
-Rachel.- mormora lui.
-Oh Frank, la donna che ero ti amava, sai?-
Si aggrappa a lui e,
prima che qualcuno possa fare qualsiasi cosa, si spinge contro il paletto che
lui impugna fino ad esserne trapassata.
-Rachel, ripete lui.
-…Meglio così, Frank… meglio così…- mormora lei e reclina la testa sulla
sua spalla.
Era
davvero la stessa donna che ora lo ha afferrato per il bavero della giacca e
nei cui occhi di fiamma legge solo la brama di uccidere?
-Rachel…- mormora -… non farlo, ti prego.-
-Sei patetico, Frank...- ribatte lei -… lo sei
sempre stato. Come ho mai potuto pensare di essere innamorata di un fallito
come te, mi chiedo. Beh ora rimedierò a quello sbaglio.-
Lo
solleva senza sforzo come se fosse una bambola di pezza e Frank si trova viso a
viso con lei. Vede le sue labbra stirarsi in un sorriso maligno e scoprire i
canini appuntiti che si avvicinano al suo collo.
-Sarò gentile con te, Frank, in nome dei
vecchi tempi. Ti finirò in fretta.-
Che
dannato modo di morire, pensa Frank.
L’Ispettore
Capo George Chelm ha visto un sacco di cose strane e bizzarre da quando è stato
messo a capo della Squadra Antivampiro della Polizia Metropolitana della Grande
Londra, meglio nota con il nomignolo di Scotland Yard,
ma quel
che vede adesso è comunque sufficiente a paralizzarlo: le creature davanti a
lui sembrano degli ibridi tra umani e pipistrelli e le zanne e gli artigli che
sfoderano non promettono nulla di buono.
Forse
Chelm e Katherine Fraser, che è con lui, non riuscirebbero a reagire in tempo
utile a salvarsi da quello strano tipo di vampiri se non fosse per la figura
che a velocità incredibile balza contro le creature scompaginandone le fila.
Molti
farebbero forse fatica a distinguerlo da coloro che combatte: i suoi capelli
corvini sono lunghi e scarmigliati, la pelle bianca come il latte, gli occhi
rossi e spiritati, i canini affilati come rasoi. Sembra più una belva
preistorica uscita da un incubo che un essere umano, eppure un tempo quest’uomo
era un valente scienziato, un biochimico che cercò di curare una rara malattia
ematica con un siero di sua invenzione che gli salvò sì la vita ma al prezzo di
conferirgli alcune caratteristiche dei pipistrelli e a maledirlo con
un’inestinguibile sete di sangue.
Se
il dottor Michael Morbius ricorda tutto questo o se i suoi ricordi siano
sepolti sotto una furia cieca è molto poco importante rispetto alla battaglia
che sta combattendo adesso. Dentro di sé non ha alcun dubbio su chi attaccare e
chi aiutare.
Si
fa largo tra le creature abbattendole una dopo l’altra, ma loro non mollano e
ritornano all’attacco. Tentano di morderlo ma subito dopo si ritraggono come se
avessero ingoiato veleno.
-Il mio sangue non è di loro gusto…- mormora
il vampiro vivente mentre riacquista la consapevolezza di sé -… buono a
sapersi.-
Approfitta
dell’attimo di tregua per rivolgersi a Chelm:
-Tutto bene Ispettore?-
-Direi di sì.- risponde l’anziano poliziotto
–La ringrazio dell’aiuto, dottore, anche se non so quanto servirà quanto queste
creature torneranno all’attacco. Temo di non avere abbastanza pallottole
d’argento per tutti loro… sempre che su di loro funzionino come sui normali
vampiri.-
-Lo scopriremo presto, mi sa.- ribatte Morbius
–Stanno per tornare alla carica.-
L’uomo
di colore chiamato Blade ha dato la caccia alle creature della notte per tutta
la sua vita di adulto e non si spaventa facilmente. Quando gli ibridi si
precipitano su di lui si limita a sguainare i suoi coltelli di legno e colpire
gli avversari più vicini.
Quello
che non si aspettava è che, dopo un iniziale grido di dolore ed un breve
arretramento, i suoi avversari tornassero alla carica.
Decisamente
questi non sono normali vampiri.
2.
Il vampiro vestito in abiti seicenteschi noto come Sir Francis Varney
punta il dito contro la figura femminile in piedi sulla soglia di una villa
vittoriana a Westminster ed esclama:
-Tu non sei Lilith… chi o cosa sei veramente?-
Il
suo compagno, il vampiro noto come Lord Ruthven lo guarda stupito.
-Ma cosa stai dicendo?- chiede.
La
presunta Regina dei Vampiri scoppia in una risata maligna
-E voi pretendereste di essere degli
arcivampiri, Maestri della Notte, superiori sia la genere umano che alle altre
creature delle Tenebre? Siete patetici. Mi viene da chiedermi cosa ho trovato
in voi.-
-Strega maledetta.- esplode Varney –Se solo la
maledizione dei vampiri non mi impedisse di varcare questo cancello senza
invito ti farei ingoiare i tuoi insulti.-
-Se è solo questo il problema…-
Lilith
Dracula si muove così veloce che l’occhio umano non riesce a vederla e Varney e
Ruthven si ritrovano presi per i baveri dei loro abiti e sollevati da terra
come fossero senza peso.
-Siete nulla in confronto al mio potere.- proclama
la vampira.
-Ed io?- chiede una voce profonda –Io cosa
sono?-
Una
figura massiccia ed alta più di due metri si muove contro di lei. La pelle del
suo volto è grigiastra e la sua fronte è solcata da cicatrici che sembrano
punti di sutura.
-Tu!- esclama la Regina dei Vampiri con
sorpresa–Ti conosco, tu sei…-
-Non ho mai avuto un nome se non quello che io
stesso ho scelto per me…- risponde il nuovo arrivato -…ma qualcuno mi chiama:
il Mostro di Frankenstein.-
All’interno
della villa una donna, sempre che questo termine sia adatto a lei,
assolutamente identica a quella all’esterno anche nell’abbigliamento spalanca
gli occhi mentre si rende conto di essere imprigionata da legami che non riesce
a spezzare. Davanti a lei quello che sembra un uomo sui sessant’anni dalla
chioma e barba bianche. Se mai c’è stata umanità nell’arcivampiro chiamato
Deacon Frost è, però sparita da tempo.
-Come stavo dicendo…- la voce di Frost trasuda
di maligna soddisfazione -… sono lieto di averti come ospite, Figlia di Dracula.-
-Ospite? Prigioniera vorrai dire.- replica
Lilith con evidente disprezzo –Cosa sta facendo Frost. Quella che mi hai
mandato contro non era la vera Carmilla Von Karnstein ma uno dei tuoi doppi
infernali.-
-Complimenti per l’intuito e per esserti
ricordata del mio potere di creare dei doppi, io li chiamo doppelganger in
omaggio alla mia natia lingua tedesca, delle persone che vampirizzo. Grazie
agli appunti del Dottor Viktor Von Frankenstein ho perfezionato questo potere:
ora posso creare anche dei doppi dei miei simili vampiri, doppi in tutto e per
tutto identici agli originali e assolutamente devoti a me. In più sono stato in
grado di creare loro…- Frost indica delle creature a metà tra l’uomo ed il
pipistrello in tutto simili a quelle che hanno assalito New Scotland Yard -…
una nuova specie di vampiri libera dalle nostre frustanti limitazioni: né
croci, né aglio, né porte possono fermarli. Naturalmente anche loro sono
completamente sottomessi alla mia volontà e mi sono assicurato che sia sempre
così. Con essi al mio fianco metterò a ferro e fuoco questa patetica nazione e
la ridurrò in mio potere e poi toccherà al resto dell’Europa.-
-Tu sei davvero pazzo, Frost. Il tuo piano non
può riuscire. Mio padre ebbe la stessa ambizione secoli fa, ma fu abbastanza saggio
da capire in tempo quanto fosse folle e vi rinunciò.-
-Saggio? Io direi debole, piuttosto.-
Inutile
tentare di farlo ragionare, pensa la vera Lilith, bisogna fermarlo a tutti i
costi, prima che la sua follia metta in pericolo tutti i vampiri, devo liberarmi.
Come
se le avesse letto nel pensiero, Frost le dice:
-Inutile tentare di liberarti. I tuoi legami,
come quelli della contessa Carmilla e di quel che resta di Rachel Van Helsing…-
indica il cadavere legato ad una parete -... sono stati resi indistruttibili da
un’antica magia runica che ho appreso da uno stregone islandese che ho poi
ucciso. Non fare quella faccia stupita: posso anche essere un uomo di scienza
ma non per questo non so sfruttare ogni mezzo utile per i miei fini.-
Lilith
non risponde. Sta pensando a come uscire da questa situazione e all’improvviso
le viene un’idea. Deve funzionare.
I suoi occhi si chiudono,
il suo corpo si irrigidisce e dopo qualche attimo crolla sul pavimento esanime.
Nel cuore della City una
giovane donna dai capelli rossi e gli occhi verdi si alza di scatto dalla sua
postazione di lavoro e come in trance si dirige verso i bagni. È appena entrata
che le sue gambe cedono di schianto e cade sul pavimento.
Ma se a cadere è stata la
donna di nome Angel O’Hara, quella che si rialza è una donna dai lunghi capelli
corvini fermati da una tiara, inguainata in un’aderente calzamaglia nera con
una scollatura che arriva fin quasi all’inguine. I suoi occhi sono rossi come
la brace e dalle labbra stirate in un maligno sorriso escono lunghi ed affilati
canini.
-Credevi di avermi battuto, Frost…- proclama
Lilith Dracula -… ma io ho più risorse di quante tu possa immaginare.-
Così
dicendo la vampira muta in nebbia ed in questa forma scivola fuori dalla vicina
finestra per poi diventare un pipistrello che vola nella notte.
3.
Un
altro uomo sarebbe rimasto paralizzato dal terrore e sarebbe morto, travolto
dagli esseri davanti a lui, ma Simon Stroud non è un uomo qualunque: non solo ha
un passato di agente della C.I.A. ed è uscito vivo da imprese molto
spericolate, ma anche già affrontato licantropi e vampiri ed è sopravvissuto
per raccontarlo.[1] Per questo non ha alcuna
remora a sparare al doppelganger di Rachel van Helsing prima che possa
affondare i suoi canini nel collo di Frank Drake.
La
pseudo vampira è letteralmente spinta lontano dalla sua preda dalla forza
d’urto dei proiettili d’argento che si piantano nella sua schiena.
Frank Drake è lesto ad
alzarsi in piedi. Se l’è vista brutta stavolta. Guarda il corpo della donna che
un tempo amava e con suo sommo stupore lo vede muoversi.
Come se niente fosse
Rachel si rimette in piedi e si rivolge a Stroud:
-Puoi vantarti di avermi fatto male… almeno
per un po’… avrai una morte lenta per questo. Quanto a te, Frank… dopotutto non
sarò gentile nemmeno con te.-
Le
pallottole d’argento non la fermano, pensa Frank, ma che razza di vampiro è?
La
stessa domanda se la stanno ponendo l’Ispettore Capo Chelm ed il dottor Charles
Seward mentre vedono avanzare contro di loro le creature di Deacon Frost. Come
possono sperare di salvarsi se sono immuni ai normali mezzi per uccidere i
vampiri?
Morbius,
il vampiro vivente, non sa se ha una risposta, ma si è accorto di una cosa:
ringhiando e sibilando come animali gli esseri più simili ai pipistrelli che ad
essere umano si ritraggono davanti a lui.
-Hanno istintivamente paura di me.- dice lo
scienziato –Dunque la mia ipotesi era giusta.-
-Che intende dire, dottor Morbius?- chiede
Seward.
-Ora lo vedrà… Ispettore Chelm, mi spari ad
una spalla.-
-Cosa?-
-Si fidi e lo faccia, cos’ha da perdere?-
Chelm
è perplesso ma obbedisce. Il proiettile passa attraverso la spalla sinistra del
vampiro vivente frantumando l’osso e lacerando i muscoli. Michael Morbius urla
e cade in avanti. Gli schizzi di sangue colpiscono gli uomini pipistrello, che
urlano come se fossero stati colpiti dall’acido.
-Avevo ragione.- commenta con voce sofferente
Morbius mentre si rialza da terra. La ferita si va richiudendo, l’osso si va
saldando ed i muscoli stanno tornando come nuovi… ma fa un male d’inferno,
pensa il vampiro vivente. Passerà presto, spera.
-Non so perché, ma il mio sangue è veleno per
loro.- spiega –Prendete qualunque cosa possiate usare come arma e intingetela
in quello che ho perso finché è ancora fresco.-
Chelm e Seward non si fanno
ripetere l’invito due volte.
Blade
ha visto gli uomini pipistrello fuggire disordinatamente prima dell’assalto
finale e si chiede perché, cosa li ha fermati? Quando vede Morbius, Charles
Seward e l’Ispettore Chelm capisce che è merito loro.
-Tutto bene Blade?- chiede Seward.
Blade
ignora la domanda e ribatte:
-Che sta succedendo?-
La
spiegazione è veloce e succinta ed alla fine Blade afferma:
-Non perdiamo tempo, aiutiamo Drake.-
4.
Frank
Drake sente di avere davvero bisogno di aiuto. Finalmente ha capito che quella
che ha di fronte non la Rachel Van Helsing che conosceva. Non la donna che ha
amato e nemmeno la vampira alleata del Conte Dracula che ha combattuto in
seguito. Questa… cosa è diversa, più cattiva e più pericolosa.
Come
se avesse indovinato i suoi pensieri la vampira sogghigna e chiede:
-Che c’è… Frank? Non ti piace la nuova,
migliorata, versione di me stessa?-
Mentre parla, le sue dita
si deformano assumendo l’aspetto di lunghi artigli.
-Tu non sei Rachel… cosa sei?- esclama Frank.
-Uno dei doppelganger di Deacon Frost.-
interviene Katherine Fraser arrivata in quel momento –Non sapevo potesse
crearne anche dei vampiri.-
-Sono tante le cose che non sai, Fraser…-
replica il doppelganger di Rachel Van Helsing-… sarebbe stato meglio per te
rimanere nella tomba in cui ti aveva imprigionato il mio padrone, la tua morte
sarebbe stata più dolce di quella che ti attende adesso.-
Come
una furia il doppelganger si avventa sui due uomini e la donna davanti a lei.
Simon Stroud si ritrova sbattuto contro un vicino muro mentre la vampira
afferra per il collo sia Frank che Kate.
-Chi uccidere per primo?- dice – Tu, Frank, o
la tua nuova amante? Vedo che hai sempre un debole per le bionde. Pensandoci
bene ti lascerò vivere quanto basta per vederla morire come le altre.-
-Tu non ucciderai nessuno.-
La
voce di donna è secca come una frustata. Una mano dalla stretta ferrea afferra
il doppelganger per i capelli strattonandola all’indietro e scaraventandola
attraverso la stanza come se fosse una bambola di pezza.
Quando
il doppelganger è stato afferrato, ha lasciato la presa su Frank e Kate che ora
riconoscono con stupore la nuova arrivata.
-Lilith!-esclamano quasi all’unisono.
Londra
è uno di quei posti dove puoi trovare di tutto, compreso un negozietto di
curiosità in un vicolo secondario dove è difficile che passi qualcuno. Perché
qualcuno abbia aperto un negozio in un posto dove difficilmente dei potenziali
clienti possono vederlo è un mistero, ma forse… forse il proprietario conta sul
fatto che chi è interessato sa dove trovarlo… proprio come l’uomo che entra
proprio adesso facendo suonare un’antiquata campanella posta sopra la porta.
L’uomo avanza nel
ristretto spazio nel negozio e si dirige verso il bancone
-Ce l‘ha?-
chiede all’uomo dietro al bancone. Per descriverlo non occorrono molte parole:
avete presente Zio Tibia, il sinistro personaggio che introduceva i racconti
dell’orrore della casa editrice americana Warren? Se la risposta è sì, allora
immaginatevi quest’uomo come una sorta di suo gemello, abiti in stile
vittoriano compresi.
-Certo… e voi siete pronto a pagare il prezzo
richiesto?-
Il
nuovo arrivato getta qualcosa sul ripiano ed il padrone del negozio lo esamina
con aria soddisfatta poi sfila da sotto il bancone un volume ponderoso e
polveroso.
Negli
occhi del cliente si accende una luce di sinistra gioia.
-L’ Unaussprechlichen Kulten di Friedrich von
Junzt.-
-L’ultima copia
sopravvissuta dell’edizione originale stampata a Dusseldorf nel 1839.- proclama
il padrone del negozio -Eccetto ovviamente quella conservata nell’Università di
Miskatonic, s’intende. Dicono che leggere questo libro porti alla dannazione
eterna,-
Il cliente ride.
-Non potrebbe
importarmene di meno.- risponde.
Due
creature da leggenda il cui mito si è diffuso quasi contemporaneamente: il
vampiro ed il Mostro di Frankenstein. Se fosse dell’umore giusto per farlo,
probabilmente Lord Ruthven riderebbe al pensiero che la stessa gara letteraria
tra un gruppetto di annoiati turisti inglesi ha rivelato al mondo ignaro la sua
esistenza e quella della grottesca creatura che sta avanzando verso i doppelganger
di Lilith e Carmilla. Se poi fosse anche un cinefilo riderebbe ancor più di
gusto al pensiero di uno scontro di Dracula contro Frankenstein… per quanto
quella con cui si sta per battere è solo la figlia di Dracula e Frankenstein è
più propriamente il nome dello scienziato che l’ha creata e non della Creatura,
ma a chi importano simili sottigliezze?
L’essere…
l’uomo che preferisce farsi chiamare Adam Dippel piomba contro la pseudo Lilith
con la forza di un camion in corsa ma non basta a fermarla. Si rialza e si
avventa su Adam cercando di morderlo.
-Non so se ti piacerebbe il mio sangue,
vampira…- dice lui scrollandosela di dosso -… e non ci tengo a saperlo.-
Varney
e Ruthven si pongono al suo fianco.
-Non so chi sei, ma ogni aiuto è benvenuto per
quanto mi riguarda.- gli dice Varney.
-Non credevo di dovermi alleare ancora con dei
vampiri…-
-Come “ancora”?- interviene Ruthven
-Storia lunga.- replica Adam –Ora pensiamo a
quelle due furie, stanno tornando alla carica.-
5.
La Regina dei Vampiri sfoggia un sorrisetto divertito mentre si rivolge
a Frank Drake.
-Vedo, nipote, che non hai perso l’abitudine
di cacciarti in guai mortali.. Per tua fortuna hai ereditato la tenacia e la
resistenza dei Dracula… ma ora fatti da parte. Voi… fermatevi.-
Al
suono di quella voce imperiosa e sicura gli uomini pipistrello rimasti si
volgono verso di lei sibilando e ringhiando.
-Io sono Lilith Dracula, Signora dei Vampiri…-
proclama orgogliosamente la figlia di Dracula -… e voi mi dovete la vostra
obbedienza… o la vostra morte.-
-Faciliterò loro la scelta.- esclama Blade
conficcando una delle sue lame di legno nella schiena di uno di loro, che in
pochi attimi si dissolve in polvere.
-Molto bene.- afferma soddisfatto prima di
lanciare altri due coltelli contro altre due creature che fanno la stessa fine.
-Incredibile!- esclama Frank –Come ci sei
riuscito?-
-Merito del nostro amico Morbius. Il suo
sangue ha qualcosa che decisamente non piace a questi mostri.-
-Attenti!- urla improvvisamente Kate.
Il
doppelganger di Rachel Van Helsing si è rialzato e sta balzando su di loro con
la rabbia negli occhi. Ancora una volta è Lilith a fermarla apparentemente
senza sforzo.
-Arrogante parodia di vampiro…- dice -…non
vivrai oltre questa notte.- si rivolge a Blade –Hai ancora uno dei tuoi
coltelli magici? Uccidila.-
-Con vero piacere.- replica Blade e conficca
il coltello di legno nel cuore del doppelganger. Un urlo spaventoso ed il
doppio di Rachel si dissolve davanti ai loro occhi.
Blade
si volge verso Lilith con uno sguardo che non promette nulla di buono.
-E ora tocca a te.-
Senza
dire una parola Simon Stroud lo afferra alle spalle bloccandogli il braccio
destro e contemporaneamente serrandogli il collo con il suo braccio sinistro.
-Sei impazzito?- urla il cacciatore di
vampiri.
Stroud
non risponde, ma è Lilith a parlare:
-Bravo Stroud, vedo che sai proteggere a
dovere la tua padrona.-
Lo
scontro è finito, le creature superstiti sono state uccise e ora Lilith è
circondata dal gruppo di cacciatori di vampiri più Morbius ma non sembra
darsene peso.
-Cosa gli hai fatto?- le chiede Chelm
alludendo a Stroud.
Lilith
ride divertita
-Io? Niente… beh magari qualcosina sì, anche
se lui non se lo ricorderà finché non lo vorrò io… è normale che gli uomini
vogliano compiacermi ed ubbidirmi come docili cagnolini. Sta capitando anche a
voi non è vero Ispettore?-
Tutti gli uomini del
salone sono ammutoliti di colpo, le loro braccia armate si abbassano
istintivamente. Lilith continua:
-Bravi, molto bene. Solo Blade è immune a
questo mio potere… ed in parte anche tu Frank… forse perché siamo entrambi dei
Dracula. Immagino che se ti chiedessi di prendere la tua pistola e sparare a
Miss Fraser non mi ubbidiresti.-
-Ci puoi scommettere la tiara… zietta.-
replica, duro, Frank Drake.
-Mi fa piacere che non hai perso il gusto del
sarcasmo nonostante l’esser stato ad un passo dalla morte, ma puoi rilassarti.
Non sono qui come nemica ma come alleata contro un avversario comune: Deacon
Frost.-
-Non datele retta.- interviene Blade –Uccidetela
subito, spaccatele il cuore.-
-Taci, Blade, o dirò a Stroud di spezzarti il
collo e credimi: lo farebbe con gioia. Dunque, Frank, Ispettore Fraser, che mi
dite? Io posso portarvi al rifugio segreto di Frost e farvi chiudere la partita
con lui una volta per tutte e sono sincera se vi dico che lo desidero molto
anch’io. Ebbene, la facciamo questa tregua?-
Kate
abbassa la sua pistola caricata con pallottole d’argento e risponde:
-Dicci quello che sai.-
Università
di Cambridge. Il giovane Arthur Holmwood, erede del titolo di Visconte
Godalming, non riesce a prendere sonno. Gli capita spesso ultimamente Certo,
dopo aver dato la caccia ai vampiri ed affrontato la leggendaria Madre dei
Demoni e la sue stirpe infernale nei roventi deserti della Mesopotamia,[2]
tornare alla normale vita universitaria non è facile.
Il
suo telefono squilla e quando riconosce il numero Arthur si affretta a
rispondere.
Ascolta
quello che dice la voce dall’altra parte e dice:
-Certo che ci sarò.-
Taj Nital è muto da quando,
alcuni anni fa, un vampiro gli ha reciso le corde vocali, per questo non
risponde al telefono, ma i moderni cellulari hanno anche altre funzioni e
quando legge il messaggio inviatogli da Frank Drake Taj sa che è di nuovo ora
di tornare in azione.
Dà
un bacio alla moglie, bloccata su una sedia a rotelle a causa dello stesso raid
vampirico che ha tolto a lui la voce e comincia i preparativi.
Ci sono vampiri da
uccidere.
FINE DEL
QUARANTATREESIMO EPISODIO
NOTE
DELL’AUTORE
Non molto da dire su
quest’episodio, quindi non perdiamo tempo
1)
Se qualcuno pensa che il
trucco del sangue di Morbius velenoso per i vampiri sia copiato dal Dampyr di
Mauro Boselli avrebbe ragione solo a metà. Che il sangue di Morbius contenga un
enzima dagli effetti particolari è una cosa stabilita sin dalla sua prima
apparizione dove curava Curt Connors dalla maledizione di Lizard (non
permanentemente ahimè) e faceva sparire all’Uomo Ragno quattro braccia
aggiuntive che gli erano cresciute. In seguito il suo morso aveva trasformato
alcune persone in vampiri viventi come lui ed ancora più tardi dato a Blade i
poteri tipici di un dampyr. Come si vede, tutto e il contrario di tutto.
Perché, quindi, non ipotizzare che in questa incarnazione il suo sangue fosse
letale per il nuovo tipo di vampiri creati da Deacon Frost altrimenti
invulnerabili a tutto, compresi i mezzi tradizionali per uccidere un vampiro?
Letale per loro ma non necessariamente per i vampiri tradizionali, però.
2)
Parliamo un attimo del
libro Unaussprechlichen Kulten citato nella storia. Appartiene alla categoria degli pseudobiblia,
ovvero dei libri inesistenti citati in opere di fantasia. Allo stesso modo,
anche il suo autore, Friedrich von Junzt, è un personaggio di
fantasia. Entrambi sono stati creati da Robert E. Howard (meglio noto come
creatore di Conan il Barbaro). L’Unaussprechlichen
Kulten, assieme al Necronomicon fa parte del mito di Chtulu sviluppato da H.P.
Lovecraft ed a cui ha contribuito anche August Derleth.
3)
Quanto alla
“bottega del demonio”, il negozietto in cui per caso o per scelta si trovano
oggetti maledetti, è un classico della letteratura horror di cui ho voluto dare
anch’io una versione.
Nel prossimo episodio: lo scontro finale con
Deacon Frost, una nuova minaccia si profila all’orizzonte e altro ancora. Non
mancate.
Carlo
Carlo